L'ESERCITO
PUNICO
Le armate cartaginesi erano essenzialmente
composte da truppe mercenarie, provenienti da
ogni regione del Mediterraneo occidentale ma
guidate da ufficiali cartaginesi.
Nell'esercito schierato nella ricostruzione si
possono riconoscere:
- le truppe africane: i fanti libici e
libio-fenici, equipaggiati in maniera simile alla
greca, e la celebre cavalleria leggera numida,
armata solo di giavellotti e di un piccolo scudo;
- le truppe iberiche: i temuti fanti (gli
scutarii e i caetrati, così denominati dal nome
degli scudi da loro portati, lo scutum lungo ed
ovale, e la rotonda caetra), i famosi frombolieri
provenienti dalle Baleari e la cavalleria celebre
per la sua agilità ed instancabilità;
- i celti, guerrieri veloci, che si basavano
sulla forza d'urto per disordinare e mettere in
fuga il nemico;
- mercenari greci: dopo le numerose
sconfitte patite, Cartagine seguì il detto
"se non puoi batterli, unisciti a
loro"!
- i fanti leggeri campani e gli
arcieri provenienti dalla Sardegna e dalla
Corsica, all'epoca sotto l'influenza punica.
GLI
ESERCITI GRECI
Di fronte agli eterogenei eserciti punici, le
armate greche basavano la loro tattica sul valore
dei propri opliti, dotati di pesanti armature e
del grande scudo, l'hoplon, da cui prendevano il
nome.
L'esercito della piccola cittadina assediata è
costituito dalle sue truppe cittadine, non solo
opliti, ma anche frombolieri provenienti dagli
strati economicamente più bassi della società.
Ad essi si affiancano i mercenari,sempre di
origine ellenica, che costituiscono la
guarnigione siracusana della città: opliti,
arcieri e gli addetti alla balista.
L'esercito sopraggiungente in soccorso da
Siracusa è anch'esso composto da un miscuglio di
truppe cittadine e mercenarie: alle prime
appartengono i comuni cittadini addestrati da
opliti, i poveri armati solo di giavellotti el a
cavalleria formata dai nobili e dai ricchi della
città.
Sono, invece, formate da mercenari le unità più
valide dell'esercito: i più fedeli e più validi
costituiscono una ristretta unità d'elitè di
opliti, gli altri formano un'altra unità di
opliti, una di fanti leggeri denominati peltasti
(anche in questo caso dal nome dello scudo, la
pelta) e una di arcieri.
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Salve,
Sono Davide Bianchini, l'autore dell'assedio e
battaglia greci contro cartaginesi presente a
Crema. Come
promesso ecco la presentazione dello scenario
GUERRA IN
SICILIA
La Sicilia fu per secoli un campo di battaglia
tra Cartagine e le città greche.
Attaccando la base cartaginese ad Acragas
(Agrigento), nel 311 a. C., il tiranno siracusano
Agatocle scatenò l'ennesimo scontro.
L'anno successivo,
nonostante l'ormai tradizionale superiorità
della fanteria greca su quella punica, Agatocle
fu sconfitto dall'esercito
cartaginese di Amilcare ad Ecnomo, alle foci del
fiume Imera.
Le città siciliane e greche passarono in gran
parte in campo punico, lasciando Agatocle
assediato a Siracusa. Il tiranno si giocò le sue
ultime carte in una avventurosa invasione
dell'Africa, mediante la quale, se le fasi
iniziali fossero state vittoriose, sarebbe stato
possibile costringere i cartaginesi a togliere il
blocco a Siracusa. Dopo una prima vittoria greca,
la guerra si trascinò a lungo.
In Sicilia, in seguito ad una grave sconfitta
subita da Amilcare nell'
inverno del 309 a. C., Acragas e le altre città
siciliote si rivoltarono al dominio punico,
dandosi a guerreggiare contemporaneamente contro
Cartagine e Siracusa.
Su questo sfondo di scontri in tutta l'isola si
inserisce lo scenario qui presentato, che vede
l'assedio portato da un esercito cartaginese ad
una piccola cittadina greca dell'entroterra. In
soccorso degli assediati stanno giungendo le
truppe siracusane, con l'intento di colpire al
fianco il nemico già impegnato nell'assalto alle
mura.
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